
Gesù storico E Cristo Vivente
Rubrica di Andrea Bertolini
Egr. Dott. Bertolini,
quale caratteristica di Gesù possiamo trovare solo negli insegnamenti della Gnosi? Non troviamo già nei vangeli canonici tutto ciò che serve al cristiano per la sua realizzazione spirituale?
Gentile lettrice, le sue domande mi danno l’opportunità di toccare un aspetto fondamentale della Gnosi. Gesù, il Cristo, il Salvatore, l’Agnello di Dio: ecco alcuni nomi con cui frequentemente viene nominato Colui che è la figura storica e il simbolo più elevato del Cristianesimo. Di Lui si parla in numerosi Vangeli, testi gnostici, trattati di esoterismo e di spiritualità che spesso provengono da tradizioni religiose e spirituali di matrice profondamente diversa. Del Maestro Gesù si parla nell’Islam come di uno dei massimi profeti; nell’Induismo e nel Buddismo come di una figura dall’altissima levatura spirituale e molte altre tradizioni riconoscono in Lui la statura di uno dei massimi Maestri della storia dell’umanità. Quando si parla del Maestro Gesù, vissuto nella Palestina di duemila anni fa, è difficile giungere a delle certezze, e molto spesso si finisce per adottare i punti di vista di mistici, religiosi, teologi, filologi e archeologi. Ma per fortuna esiste un altro Gesù. Non quello legato a un determinato momento storico e un’area geografica, ma il Cristo pneumatico, l’altissima figura che vive nell’interiorità di tutti gli esseri umani. Questi è innanzitutto un simbolo che permette di dare rappresentazione umana a determinate qualità, sinonimo di crescita personale e retto comportamento. È senz’altro vero che nei Vangeli canonici possiamo trovare gran parte di ciò che serve al cristiano per la sua realizzazione spirituale. Essi contengono molti aspetti e preziosi insegnamenti anche da un punto di vista gnostico. Oltre agli episodi sulla vita di Gesù, in cui possiamo vedere come si muoveva, come agiva, come parlava, vi sono numerosi simboli iniziatici, episodi emblematici e complesse parabole che invitano a una profonda meditazione. Per quanto riguarda i simboli che possono senz’altro essere interpretati su un piano esoterico troviamo quelli della Vergine, l’attesa del Messia, la Stella, la nascita del fanciullo divino, i tre Re Magi, il camminare sulle acque, la trasformazione dell’acqua in vino, l’andare quaranta giorni nel deserto, l’ascendere il monte, il parlare dal monte, l’essere rivestito di un falso manto regale e l’esserne poi spogliato, la crocifissione, il colpo di lancia al costato e l’uscirne acqua e sangue, l’oscurarsi del cielo, l’aprirsi della terra, la discesa agli inferi, la resurrezione, l’ascesa al cielo, la discesa dello spirito santificante, il dono delle lingue, l’acqua che toglie in eterno la sete, il battesimo nel fuoco e nello spirito, i dodici discepoli. Tutti questi elementi sono chiavi utilizzabili per accedere a una completa trasformazione interiore dell’essere umano. Inoltre vi sono numerosi passaggi, in particolare nel Vangelo di Giovanni, che presi in una chiave di lettura gnostica possono darci precise indicazioni al lavoro interiore. Ogni volta che Gesù dice IO SONO: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,1-6), possiamo trasporre queste affermazioni sul piano interiore nella consapevolezza che Egli stia parlando all’IO SONO che è in ognuno di noi. Allora cosa ci dicono di più i testi gnostici? I testi gnostici danno poca importanza al Gesù storico e in essi mancano quasi del tutto i racconti sulla vita del Cristo, forse perché presuppongono già la conoscenza dei Vangeli canonici. Sono invece una testimonianza di quegli aspetti segreti dell’Insegnamento a cui i canonici fanno spesso riferimento ma che non descrivono però nei particolari. Essi sottolineano l’importanza dell’elemento spirituale, o pneumatico, il Cristo che diventa istanza psichica vivente a livello della coscienza. Tale meravigliosa figura è presente solo a livello embrionale negli esseri umani e va alimentata, fatta crescere con un lavoro su di sé spesso faticoso, ma che porta un’infinità di benefici. Chi intraprende tale lavoro vedrà crescere in sé una nuova consapevolezza, acquisterà la capacità di essere nel mondo in modo totale senza farsi trascinare nel turbinio del caos che lo domina, si sforzerà coscientemente di perseguire gli scopi più elevati per i quali si è incarnato sulla Terra. L’individuo compie così un viaggio dell’Anima simboleggiato dal mito gnostico di Sophia, che inizialmente si perde, ma viene poi salvata proprio da un Cristo inviato direttamente dal Dio Ineffabile da cui tutto ha origine. Il proprio progetto di vita prende corpo e l’individuo, sempre accompagnato dalla presenza invisibile ma tangibile del Cristo, intraprende una Via di autentica autoconoscenza. Il Cristo diventa una presenza spirituale che vive nel cuore di uomini e donne, che guida e consola, cui ci si può rivolgere ogni qualvolta se ne senta la necessità. Ma giungerà il momento in cui il Salvatore si allontanerà, e starà al discepolo cominciare a camminare con le proprie gambe. Il discepolo dovrà aumentare in sé la presenza dell’energia del Maestro Cristico e fare appello a tutte le sue forze per ricordare tutto ciò che il Maestro gli ha trasmesso. L’obiettivo dell’iniziato è l’identificazione finale con il Cristo, con il Divino. Possiamo così comprendere come anche nella Gnosi il Cristo è il Salvatore, Soter, ma mentre a livello religioso esso viene percepito come una figura esterna che dona la salvezza, lo gnostico cerca di realizzare in sé l’identità con questo potere salvifico diventando Cristo egli stesso. Insegnamento che, fra l’altro, riemerge a tratti nella stessa chiesa ufficiale come Imitazione di Cristo. In effetti In una visione integrale del cammino spirituale l’elemento psichico e quello pneumatico, fede e Gnosi, non dovrebbero essere in contrasto, ma rappresentare due gradi differenti di sviluppo interiore.
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