
Il suolo terrestre, madre di vita
Rubrica di Marvin Plein
Trattiamo un tema che a prima vista può sembrare poco importante e noioso, e che per questo riceve ben poche attenzioni nei dibattiti sull’ambiente: il nostro suolo. Tuttavia, il suolo è una struttura affascinante e tremendamente importante per l’ambiente e la nostra stessa sopravvivenza. Ma cos’è il suolo? Semplificando, il terreno è composto da due sostanze: quella minerale, ovvero minerali e pietre di diversa grandezza, e quella organica, chiamata anche Humus, ovvero i residui di animali e piante deceduti. Queste due componenti formano una struttura più o meno compatta, con spazi riempiti da aria e acqua. Inoltre, essi sono tutt’altro che “terra priva di vita”, ma rappresentano interi ecosistemi autosufficienti: in 0,3 metri cubi di terreno (1 metro per 1 metro, con una profondità di 30 cm), vivono circa 1,6 bilioni di esseri viventi, un dato che corrisponde a circa 220.000 volte il numero degli esseri umani sul pianeta. Oltre ai microorganismi, si annidano in questo spazio circa 50 ragni e lumache, 80 vermi e 100 larve di insetti. Il peso di tutti gli esseri viventi presenti in un ettaro di terreno sano corrisponde al peso di circa 5 elefanti adulti.
Tra le sue altre numerose funzioni, il suolo costituisce anche il requisito fondamentale per la crescita delle piante e quindi per l’intera agricoltura. Purtroppo, l’essere umano danneggia i suoli sempre di più e in diversi modi: l’agricoltura intensiva priva il terreno delle sue sostanze nutritive e non gli lascia il tempo di rigenerarsi; la deforestazione impedisce agli alberi, con il loro tetto di foglie e la loro spessa rete di radici, di proteggere il terreno dalla pioggia e dal vento diretti. Di conseguenza perdiamo solo in Europa 970 milioni di tonnellate di terreno fertile all’anno a causa di erosioni e frane. A livello globale la situazione è ancora più drammatica: negli ultimi 25 anni circa un quarto della superficie terrena del pianeta è divenuta improduttiva o sterile. Questa perdita minaccia direttamente la sopravvivenza di 1,5 miliardi di persone. L’erosione del terreno, combinata con la sua distruzione per la costruzione di strade, abitazioni ecc., riduce la capacità del suolo di ritenere acqua, causando così siccità ma anche allagamenti. Inoltre, per massimizzare i raccolti dell’agricoltura, vengono utilizzati in molti luoghi pesticidi aggressivi che distruggono la flora e la fauna. Tutti questi cambiamenti dannosi che si stanno producendo nel suolo sono tanto più spaventosi se si considera il tempo di cui il terreno necessita per rigenerarsi: con le nostre condizioni climatiche ci vogliono dai 100 ai 200 anni per la formazione di 1 cm di terreno fertile. Metaforicamente, stiamo quindi segando il sostegno sulla quale noi stessi sediamo, e neppure l’ampio impiego di concime artificiale e prodotti chimici riuscirà più a mascherare il problema.
Arriviamo adesso al punto più importante, ovvero, cosa possiamo fare noi, personalmente, per contrastare il problema? Chi tra di noi ha la fortuna di possedere un terreno può agire in modo diretto: evitiamo di utilizzare pesticidi aggressivi e concimi artificiali. Lasciamo le foglie e i resti delle piante in giardino, fornendo così rifugio per animali importanti come istrici, vermi, ragni e insetti. Minimizzate la cementazione del terreno evitando l’asfaltatura, le costruzioni superflue e i materiali invasivi.
Ma anche noi, forse la maggioranza, che non abbiamo un potere diretto sul terreno, possiamo fare qualcosa per proteggerlo: sforziamoci di comprare solo prodotti regionali e di stagione, quando possibile, prodotti Bio, poiché l’agricoltura biologica è molto meno dannosa per il terreno rispetto a quella tradizionale. Minimizziamo il consumo individuale di prodotti animali, poiché la loro produzione necessita di porzioni di terreno molto più ampie rispetto a quella dei prodotti vegetali. Cerchiamo di supportare le aziende che si impegnano per esercitare un’agricoltura sostenibile. E infine, un aspetto molto importante, sosteniamo le iniziative e i gruppi politici che si battono per accelerare la promulgazione di leggi che proteggano il suolo.
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