Vangelo di Giuda

Lo gnosticismo del Vangelo di Giuda

di Giovanni Maria quinti

Colui che per due millenni è stato considerato dall’ortodossia come il simbolo del nemico e del tradimento si rivela, secondo la sapienza gnostica, come colui al quale Gesù affidò la missione più importante.

Agli albori del movimento cristiano esistevano varie interpretazioni dell’insegnamento di Gesù. Le molte comunità, sorte grazie allo sforzo degli Apostoli, avevano posizioni teologiche differenti fra loro. Anteriormente al IV secolo, nelle prime Chiese, venivano letti non solo i quattro Vangeli conosciuti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), ma anche altri testi oggi considerati non canonici (come la Pistis Sophia o il Vangelo di Tommaso, solo per citarne un paio). Non esistendo alcun tipo di veto, le diverse comunità leggevano i manoscritti che avevano a disposizione, o quelli che sentivano maggiormente affini al loro sentire. È proprio da questa grande eterogeneità di Vangeli diversi che nacquero distinte correnti interpretative su Gesù e sul suo Messaggio. Lo stesso San Paolo, parlando alla comunità di Corinto, una delle più grandi di quel tempo, scrive: «… ciascuno di voi dice: “Io son di Paolo; e io d’Apollo; e io di Pietro…”» (I Cor 1,12).
Gli apostoli che si spostavano individualmente nelle diverse località del mondo, trasmettevano a ciascuna comunità il proprio stile personale, enfatizzando quegli aspetti dell’insegnamento a cui loro tenevano maggiormente e creando un vincolo affettivo con i fedeli del luogo. Ciascun credente, quindi, pensava di poter ricevere degna assistenza spirituale solo da chi lo aveva evangelizzato per primo, proprio grazie al legame che si era creato. Tutto ciò non aiutava la formazione di un Cristianesimo unitario, con un’unica dottrina chiaramente stabilita e una teologia coesa. Tertulliano, Ireneo e altri padri della Chiesa cattolica, sentivano chiara l’esigenza di costituire un parametro unico, “universale” e accettato da tutti. Per questo motivo, Ireneo tentò di portare ordine affermando che i Vangeli canonici (attendibili), erano solo quattro, come quattro erano i punti cardinali di cui Cristo era il Re assiso al centro.
Le scelte di Ireneo furono dettate dal bisogno di rifondare il governo della Chiesa e di evitare scismi. Il pericolo più importante proveniva da un Cristianesimo “diverso” che si autodefiniva “gnostico” e che divulgava idee da lui considerate pericolose. Probabilmente, quindi, il suo obiettivo era quello di ridurre il prestigio sempre più crescente dello Gnosticismo in seno alle comunità. Quali erano gli insegnamenti che tanto seducevano e interessavano i credenti e perché rappresentavano un rischio così grande?

Elaine Pagels, docente di storia delle religioni all’università di Princeton, afferma che le distinte correnti teologiche, presenti nelle prime congregazioni cristiane, possono essere raggruppate in due grandi movimenti di pensiero: quello ortodosso e quello gnostico.
L’ortodossia non solo cercava di riunire sotto l’influenza di un unico corpus dottrinale tutte le chiese, ma difendeva anche l’interpretazione letterale dei testi sacri e l’esigenza di un’unica guida al vertice della Chiesa. La nascita da una vergine, la resurrezione fisica di Gesù, i miracoli descritti nei Vangeli, ecc. dovevano essere considerati come veri e propri accadimenti storici e non come metafore simboliche.
Gli Gnostici, invece, avevano una percezione più intimistica dei fatti descritti nelle Scritture e, anche se non negavano tout court il loro valore storico, prediligevano una lettura più introspettiva e meno fondamentalista. Nelle loro comunità il parere dei vescovi non veniva ritenuto inappellabile, soprattutto quando era contrario all’ispirazione profetico-carismatica che sorgeva nel cuore dei fedeli.
Quando poi con Costantino (IV sec.) il Cristianesimo divenne religione dell’Impero Romano e gli Ortodossi giunsero al potere, in quanto ben visti dall’imperatore, furono banditi non solo tutti i Vangeli “differenti”, ma anche quasi tutte le dottrine dei Cristiani gnostici. Se i loro insegnamenti si fossero ulteriormente diffusi, avrebbero alimentato sommosse e reazioni contro le autorità costituite e mai si sarebbe potuta attuare la “conversione” dell’intero impero tanto agognata da Costantino.
Nel 1945 a Nag Hammadi (un piccolo paesino egiziano), furono scoperti molti di questi Vangeli allora messi al bando, permettendo a un’altra interpretazione degli insegnamenti di Cristo (antica quanto quella ortodossa) di ritornare alla luce.
Che cosa si intende con il termine Gnosi? Gnosi è una parola greca e significa “conoscenza”. Tra i termini Gnosi, Gnosticismo e Gnostico esiste una grande differenza e non dobbiamo confonderne i significati.
Per Gnosticismo intendiamo il percorso storico di quel movimento cristiano che, a partire dal I secolo fino al V, fu oggetto di gravi critiche da parte di alcuni padri della Chiesa cattolica allora emergente. Per Gnostico intendiamo “che si rifà” allo Gnosticismo sotto il profilo culturale, ideologico o teologico. Di una persona lo diciamo quando vogliamo intendere che s’ispira alle teorie gnostiche, ma non che abbia vissuto l’esperienza della Gnosi. Colui che la vive, infatti, non afferma mai, a proposito di se stesso, di essere “uno che sa”, cioè uno Gnostico, perché tale affermazione sarebbe da lui vissuta come un controsenso. Per Gnosi, invece, intendiamo uno stato dell’essere, raggiunto attraverso un percorso di elevazione interiore.
Ma qual era l’insegnamento degli Gnostici e in cosa si diversificava da quello ortodosso? Le differenze erano molteplici e qui riportiamo solo qualche esempio.

Ireneo asseriva che esiste una sola maniera per essere salvi dall’errore: «…mantenendo inamovibile nei cuori il canone della verità ricevuto con il battesimo» (Ireneo AH 1.9.4).
Precisava che questo “canone di verità” si compone della “fede che la Chiesa ricevette dagli apostoli” e che, secondo il suo punto di vista, include la credenza in “un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, il figlio di Dio, che si incarnò per la nostra salvezza e nello Spirito Santo, nella sua nascita da una vergine, nella sua sofferenza e resurrezione dopo la morte e nella sua ascensione in carne e ossa al cielo» (Ireneo AH 1.10.1).
Ireneo affermava che i veri Cristiani di tutto il mondo condividono la stessa identica fede. La sua visione di una Chiesa cattolica (universale) unita e coesa aveva più a che vedere, però, con quello che ambiva creare, che con quello che sperimentò durante i suoi viaggi in Gallia, in Asia Minore o in Italia. In questi viaggi, infatti, incontrò parecchie resistenze da parte di quei Cristiani gnostici da lui ardentemente definiti “eretici”. Quando li invitò a convertirsi alla sua visione, lo stesso Ireneo ci racconta che così loro gli risposero: «Anche noi abbiamo accettato la fede che descrivi e abbiamo confessato le stesse cose quando ci hanno battezzato. Fede in un solo Dio e al tempo stesso in Cristo e nella sua nascita da una vergine e nella sua resurrezione. D’altronde dal momento del battesimo, seguendo il mandato di Gesù che diceva “cercate e troverete”, ci siamo sforzati per andare più in là dei precetti elementari della Chiesa. Sperando di raggiungere, così, la maturità spirituale.» …

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